Ancora una volta lo scorrere del tempo – in realtà, della vita – rende necessario un aggiornamento, in questo caso più complesso del consueto, a causa dell’entrata in vigore della riforma Cartabia.
Chi scrive ha cercato di affrontare le novità nel modo più piano e ragionevole, e di evitare quelle sterili polemiche che spesso aduggiano le riforme processuali, dinanzi alle quali gli studiosi si comportano come i tifosi di calcio nei confronti del commissario tecnico della nazionale: io avrei saputo far di meglio.
Una cosa però è confermata: senza la produzione di un maggior numero di sentenze non c’è riforma processuale in grado di accorciare i tempi del processo.